La Valanga azzurra, la squadra della nazionale italiana di sci alpino passato alla storia per aver conquistato le prime posizioni nelle principali competizioni internazionali negli anni Settanta, ha festeggiato 50 anni.
Nei giorni scorsi i campioni iridati Piero Gros, Gustav Thöni, Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna, assieme a Linda Stricker (moglie di “cavallo pazzo” Erwin, venuto a mancare nel 2010), si sono ritrovati a Trafoi, in Alto Adige, per commemorare quella che rimane tutt’oggi una delle imprese sportive più spettacolari e stupefacenti: il piazzamento degli atleti italiani nelle prime cinque posizioni della gara di slalom gigante di Berchtesgaden, in Germania, il 7 gennaio del 1974.
All’evento hanno preso parte anche Herbert Plank, Paolo De Chiesa, Marcello Varallo, Chicco Cotelli, assieme all’erede della valanga azzurra, Alberto Tomba.
Il termine Valanga azzurra venne coniato dal giornalista sportivo Massimo di Marco per definire la straordinaria impresa del 7 gennaio 1974 a Berchtesgaden, che sancì nel mondo il primato italiano nella disciplina dello sci alpino degli anni Settanta, dopo diversi anni di assenza dai principali palmares internazionali. In quell’occasione, in una Germania ancora divisa tra Est e Ovest, Gros, Thöni, Stricker, Schmalzl e Pietrogiovanna ottennero un risultato più unico che raro ed entrando a pieno titolo nella leggenda.
Nel ricordare le competizioni degli anni Settanta, Thöni ha parlato di un “periodo molto bello” per la storia dello sci italiano, in cui “almeno in tre o quattro eravamo sempre nelle prime dieci posizioni” in ogni gara. La festa è stata promossa dal cognato di Thöni, Stephan Gander, che ha ospitato tutti all’hotel Bellavista. Tra sci d’epoca e fotografie in bianco e nero, i campioni di un tempo hanno ritrovato lo spirito della squadra. E qualcuno ha anche rispolverato per l’occasione la maglia della nazionale. “Io mi sento in ritiro – ha detto Pietro Gros durante i festeggiamenti – e per me è come essere in allenamento. La festa potevamo farla solo a casa di Gustav, che per noi è stato il grande capitano, il nostro trascinatore”. In cinquant’anni, l’emozione di ricordare assieme le imprese del passato non ha risparmiato nessuno. “È da un po’ di anni che dovevo venire: eccomi per i 50 della Valanga Azzurra. Festeggiamo tra ragazzi, tutti di una certa età, ma è sempre un’emozione essere assieme a campioni che erano i miei miti”, ha concluso Tomba.