Super-Pogacar non si ferma e, dopo avere stravinto il Giro degli Emirati, cala il bis anche alla Tirreno-Adriatico, giunta alla 57esima edizione.
Il 23enne sloveno, nuovo “cannibale” dei pedali, che è anche reduce dal successo alla Strade Bianche – sempre più classica italiana dello sterrato – adesso mette nel mirino un altro obiettivo: la Milano-Sanremo, per entrare definitivamente nella storia del ciclismo moderno.
Già vincitore degli ultimi due Tour de France, ma specialista anche nelle corse di un giorno, lo sloveno si conferma l’uomo da battere su ogni terreno, un Eddy Merckx contemporaneo, di fronte al quale tutti devono inchinarsi: per come sa rischiare, per come interpreta le corse, per la sua forza, perché è giovane e fresco, perché non possiede alcun timore e, quando c’è da attaccare, parte a tutta con il piglio del campione, che sa cosa vuole e come prenderselo. Insomma, il “baby” Tadej è un fenomeno già ampiamente consolidato che punta a confermarsi in un’altra gara organizzata da Rcs Sport, che nel corso dei decenni ha celebrato campioni su campioni.
Chi potrà precederlo sul traguardo della città dei fiori? Intanto, Pogacar ha indossato definitivamente la seconda maglia azzurra della corsa dei “Due mari”, anche se l’ultima tappa è andata al tedesco Phil Bauhaus, che ha bruciato allo sprint sul traguardo – dopo 3h39’58” di corsa – Giacomo Nizzolo, secondo, e altri mostri sacri delle volate, come il norvegese Alexander Kristoff e il francese Arnaud Demare, rispettivamente sesto e nono. Pogacar, in 27h25’53”, nella classifica generale, ha invece preceduto il danese Jonas Vingegaard, secondo a 1’52”, e lo spagnolo Mikel Landa, terzo a 2’33”. “Ho avuto un buon ultimo giorno alla Tirreno-Adriatico. Ero più rilassato rispetto ai giorni precedenti, sono rimasto concentrato fino alla fine. Il mio momento preferito di questa gara è stato sabato. Anche la prima tappa che ho vinto è stata davvero molto bella. Sono super-felice di avere messo nel mio palmares due Tirreno-Adriatico. Vediamo cosa posso fare nelle prossime gare. Potrei sembrare imbattibile, ma non lo sono”, ha commentato Pogacar.
Primo degli italiani nella generale il solito siciliano Damiano Caruso, settimo a 3’20”. A parte Filippo Ganna, che ha vinto la prima tappa a cronometro e indossato la maglia azzurra al Lido di Camaiore, il ciclismo italiano è rimasto a mani vuote. Non un bel segnale nella nuova stagione. La conferma che, Caruso a parte, non esistono corridori in grado di competere al successo nelle competizioni a tappe, è scontata, sebbene la speranza dei tifosi sia sempre l’ultima a morire. La Slovenia, invece, se la ride, perché se Pogacar continua a mietere successi, il suo rivale Primoz Roglic fa faville in Francia, facendo sua la Parigi-Nizza, mentre il belga Wout Van Aert resta uno dei favoriti principali al traguardo di Sanremo.