Poco più di tre settimane all’inizio del campionato ma la situazione legata all’impiantistica non fa che peggiorare per la Cesport Italia. “Non possiamo più andare avanti così – dichiara il presidente Giuseppe Esposito – nonostante i sacrifici notevoli per rappresentare il nostro territorio continuiamo a girovagare per la città alla ricerca di spazi minimi e con tempi ridotti per poterci allenare. Anche l’impianto di Scampia, in cui eravamo ospiti, ha chiuso i battenti”.
“Le piscine – prosegue il massimo dirigente della Cesport, che milita nel campionato di serie A2 di pallanuoto – anziché aprire chiudono. Da questa settimana siamo costretti ad allenarci alla Nestore, che in genere utilizziamo per le attività delle giovanili, con tempi molto ristretti. Tutte le altre squadre iscritte al campionato possono disporre di spazi che consentono di poter svolgere una preparazione regolare, noi dobbiamo ricorrere al nomadismo con difficoltà notevoli, senza contare che la Scandone ancora non è accessibile al pubblico, e quando lo sarà i costi saranno di certo altissimi. Non riusciamo a capire perché alla Scandone c’è una differenza di costo tra una partita di serie A ed una di serie B pari al 50%, quando i consumi e gli utilizzi sono gli stessi (serie A 654 euro, serie B 304 euro), senza manco essere dotata delle attrezzature minime necessarie per lo svolgimento della partita stessa, (30/20, tabellone per i nomi, un deposito attrezzi e una piccola palestra di riscaldamento prepartita), per non parlare della maggiorazione di costo anche del 300% rispetto ad altri impianti campani e nazionali. Meritiamo rispetto ed abbiamo il diritto di allenarci al pari degli altri. Non si possono continuare a fare miracoli, qualcuno deve venirci incontro perché la situazione è diventata insostenibile”.