Sotto una pioggia battente che ha inevitabilmente rallentato l’andatura della corsa, a sorpresa Eliud Kipchoge, imbattuto dal 2013, ha chiuso solo all’ottavo posto la maratona di Londra, vinta allo sprint dall’etiope Shura Kitata.
Dopo il ritiro venerdì di Kenenisa Bekele, fermato da un infortunio, l’edizione numero 40 della gara londinese sembrava poter avere un solo padrone, Kipchoge appunto, vincitore a Londra già quattro volte e detentore del record del mondo dal 2018 con il personale di 2.01.39. Ma a due giri dal termine – la gara si è svolta lungo un circuito dentro St James’ Park di circa 2 chilometri ripetuto 19 volte, prima dell’arrivo su The Mall, davanti a Buckingham Palace – il campione keniota si è staccato dal gruppo al comando senza più riuscire a rientrare tra i primi. Una sconfitta che spegne sul nascere sospetti e polemiche circa le scarpe indossate dal corridore keniota, un modello con una para particolarmente rialzata che – a detta dei suoi critici – lo favorirebbe oltre il lecito. “Sono molto dispiaciuto, non so cosa mi sia successo – le parole di Kipchoge al traguardo -. Negli ultimi 15 km mi si è tappato un orecchio, ho accusato crampi al femore e alla gamba. Sono cose che succedono in gara, peccato perché ero partito bene. Faceva molto freddo, ma non posso prendermela col tempo”.
Tempo che invece non ha certo fermato Kitata, protagonista di un finale in crescendo che gli ha permesso di prevalere sul connazionale Vincent Kipchumba, chiudendo la maratona in 2.05.41: “Mi sono preparato particolarmente bene per questa gara – le parole del 24enne, che ha preceduto Kipchumba, di 1” e Sisay Lemma di 3” -. Kenenisa Bekele mi ha dato una grossa mano. Vincere qui, davanti a questi avversari, ha un significato ancora più speciale”.
In campo femminile si è imposta la detentrice del record mondiale, Brigid Kosgei, che ha bissato il successo dell’anno scorso. A causa dell’emergenza sanitaria l’edizione 2020 della maratona londinese è stata ristretta a 100 top-runner, ma l’organizzazione – tramite una app – ha comunque consentito la partecipazione in remoto di 45mila corridori amatori, di 109 nazioni differenti, chiamati a coprire la distanza di 42 km e 195 metri, lungo un percorso libero, da loro scelto. Il loro tempo finale comporrà una classifica generale, così da poter assegnare le sospirate, e sudatissime medaglie, riservate a chi porta a termine la corsa.