“Farò di tutto per riprendermi la maglia gialla, partendo negli ultimi chilometri o da lontano. Ma ci proverò”.
Parola di Tadej Pogacar, che prima della tre giorni sui Pirenei si mostra tutt’altro che rassegnato al dominio di Jonas Vingegaard, che per ora ha replicato colpo su colpo agli attacchi dello sloveno. “Devo cogliere tutte le opportunità e attaccare il prima possibile, su ogni salita – dice ancora Pogacar – Attaccando da vicino, da lontano, proverò di tutto. Perché ho un notevole ritardo da recuperare”. In realtà il ritardo di Pogacar su Vingegaard, prima dei Pirenei, è di due minuti e 22 secondi e lo sloveno è sicuro che “ci saranno delle occasioni, in tre giorni possono succedere tante cose. Cominciamo tutti a stancarci, fisicamente e mentalmente, ma io sono molto motivato”.
Ma non sarà facile riprendersi il primato: “Jonas (Vingegaard ndr) è l’uomo da battere, è super forte”. Per far crollare, o almeno mettere in seria difficoltà, la maglia gialla sarebbe possibile un’alleanza con la Ineos di Geraint Thomas? “Non credo che ci sarà questa alleanza – risponde – Quelli della Ineos ritengono che il compito di attaccare spetti a me. Loro penseranno soprattutto a mantenere un posto sul podio (attualmente Thomas è terzo). Quindi io farò la mia corsa”.
Ma su questo tema si è espresso anche Thomas: “Se le circostanze della corsa lo consentono e ciò è redditizio per noi, ovviamente (l’alleanza ndr) la faremo”. In ogni caso, lo sloveno non conta sulla cronometro di sabato tra Lacapaelle-Marival e Rocamadour (40,7 km) per recuperare. “Non ci scommetto, perché Jonas ha dimostrato di essere a suo agio in questa specialità – spiega – Quindi il ritardo che ho nei suoi confronti devo recuperarlo prima”.
Del resto, il precedente dell’anno scorso dice che Vingegaard chiuse con 25 secondi di vantaggio su Pogacar in una cronometro di 30,8 km tra Libourne e Saint-Émilion. Logico quindi che il capitano della Uae Emirates debba attaccare prima, non appena la strada ricomincerà ad essere in salita. Ma se andasse male, per Pogacar “non sarebbe la fine del mondo. In fondo al Tour ho già vinto due volte e sono arrivato secondo, con la maglia bianca (del miglior giovane ndr) come bonus. In fondo non è male”.