In una specialità diventata da decenni assoluto predominio degli atleti di colore, Pietro Mennea può essere considerata l’ultima icona bianca. Ci riferiamo allo sprint, nella quale la “Freccia del Sud”, come era soprannominato l’atleta di Barletta, ha segnato una pagina indelebile della storia dello sport. Merito di quel 19’72” ottenuto a Città del Messico alle Universiadi che è stato primato mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996, quando a strappare il record allo sprinter azzurro fu il “soldatino” Michael Johnson alle Olimpiadi di Atlanta.
Mennea sui 200 ha scritto altre pagine memorabili, come l’oro ai Giochi di Mosca 1980, con un grande rettilineo finale che gli consentì di tagliare il traguardo a braccia alzate dopo una straordinaria rimonta ai danni di Allan Wells.
La “Freccia del Sud” aveva iniziata la sua serie di allora vincendo un titolo europeo nel 1974 a Roma sempre nei 200, arrivando secondo nei 100 alle spalle del russo Borzov.
Nella sua eccezionale carriera, ha totalizzato un oro e due bronzi alle Olimpiadi; un argento e un bronzo ai Mondiali; tre ori, due argenti e un bronzo agli Europei, oltre ad una miriade di titoli alle Universiadi e ai Giochi del Mediterraneo.
È stato tra l’altro parlamentare europeo ed è stato impegnato in diverse iniziative benefiche.