La magica notte di Trento, che certifica il prepotente ritorno alla ribalta del pugilato Pro, e la prestigiosa medaglia d’argento conquistata dalla Carini ai Campionati Mondiali, sono i segni inconfutabili di un consolidato, energico sviluppo del movimento pugilistico nazionale. Lo sostiene il vicepresidente vicario nazionale della federazione, Flavio D’Ambrosi. “I tre anni passati e i tanti provvedimenti attuati dal presidente Lai e dal consiglio federale – dice – hanno cominciato a produrre i giusti frutti. Senza dubbio, il certosino lavoro fatto con le emittenti televisive ha permesso, nell’ultimo anno, una significativa diffusione degli eventi Pro più importanti. Cosa che ha ridestato, ipso facto, un nuovo e più pregnante interesse verso il pugilato Pro, tornato appetibile per emittenti televisive e nuovi sponsor”.
Adesso allora è il momento di incanalare nuove risorse verso le società promoter – con cui è stata programmato un incontro il 17 ottobre: “Nel contempo – prosegue D’Ambrosi – supportati dalle politiche espansive federali (in virtù delle quali sono stati erogati, dal 2017 ad oggi, circa 9 milioni di euro per l’attività pugilistica nazionale ed internazionale) le società ed i tecnici hanno saputo crescere nuove leve pugilistiche. Così, i giovani talenti, emersi in questo quadriennio, hanno portato in dote 83 medaglie conquistate ai più importanti eventi internazionali. Ragazzi che stanno coprendo il gap generazionale emerso nel precedente quadriennio, quando ai vari Cammarelle, Russo, Picardi, Valentino e Mangiacapre non si è affiancata una nuova leva pugilistica, mandando in tilt, peraltro, anche il movimento Pro che, a differenza dei decenni precedenti, non ha ricevuto nuovi innesti dal circuito dei dilettanti”.
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