Dici basket, linki Università. Non c’è infatti sul pianeta evento agonistico legato al mondo accademico più importante del campionato NCAA di basket: un cult. Negli Usa il torneo di pallacanestro riservato ai College, è fenomeno di massa, anche mediatico, perché la NBA è show business per antonomasia, ma NCAA è essenza pura di uno sport che proprio dai College trae la sua linfa vitale. Anche per questo, proprio per il suo forte e indissolubile legame con il mondo universitario, il torneo di basket sarà tra le principali attrattive di Napoli 2019.
Pronosticabile il sold out in tutti gli impianti (Palabarbuto, PalaCercola, Pala DelMauro, Palajacazzi) dove si disputeranno le partite del torneo a 16 squadre; centinaia saranno, invece, gli addetti ai lavori che seguiranno le gare, a caccia dei talenti del futuro, molti dei quali (non soltanto americani) reduci dall’esperienza in NCAA. Tra questi anche la stellina italiana di Texas Tech University, Davide Moretti, autore di 15 punti nella finale NCAA persa dopo un tempo supplementare contro Virginia. Ad annunciarne la presenza nel team azzurro che all’Universiade di Napoli proverà a coronare il sogno di una medaglia è il ct Andrea Paccariè, l’uomo designato dalla federazione a guidare una pattuglia di giovani e cristallini talenti. “L’Italia che si presenterà ai nastri di partenza dell’Universiade di Napoli – dice l’allenatore degli azzurri – sarà di assoluta qualità. I vertici federali e il ct Meo Sacchetti hanno puntato forte su questa manifestazione, tenendo ben presenti i parametri d’ingresso (universitari nati tra il ’94 e il ’99) e selezionando in base alle qualità e le prospettive. Incrociando questi parametri, ne è venuta fuori una lista di venti giocatori tutti di ottimo livello, alcuni dei quali già in orbita della nazionale maggiore. Moretti, reduce da una finale NCAA, è per tante ragioni il giocatore più atteso ma vi assicuro che tutto il roster è di primissima scelta”.
Le “promesse” Francesco Candussi, Andrea Pecchia, Federico Mussini oltre a Davide Moretti rappresenteranno l’asse portante di una squadra che sta già coltivando un sogno. “Non sarà facile – puntualizza Paccariè – perché la concorrenza sarà agguerritissima. Non mi riferisco soltanto alla corazzata Usa, ma anche alla nazionale del Canada, peraltro inserita nel nostro girone, a quella della Lituania, alla stessa Germania (altro nostro scomodissimo cliente nel girone di qualificazione), ma anche all’Australia. Occhio poi a quelle nazioni che non hanno una grandissima tradizione ma che annoverano tantissimi giocatori che si sono formati proprio nei College americani pur non avendo grandissime possibilità di approdo tra i Pro. D’altronde – conclude Paccariè – non scopro di certo io il fortissimo legame che da sempre caratterizza il basket e il mondo universitario”.